Archeologia

Se andiamo indietro nel tempo, scopriamo che le prime tracce della presenza dell’uomo in Valle di Fassa risalgono addirittura a 7.500 - 10.000 anni prima di Cristo. E’ appunto al Mesolitico che risalgono i ritrovamenti fatti nel 1971 a Colbricon, Lusia e Pampeago. Si sono trovati reperti come selci o ossa di animali. Tracce lasciate probabilmente da cacciatori provenienti dalle pianure del sud alla ricerca di selvaggina che si accampavano tra i nostri monti durante il periodo estivo e che durante l’inverno tornavano ai loro villaggi, nella valle dell’Adige.

Solo più tardi, soprattutto nell’età del Bronzo e del Ferro, (2.200 – 1.500 a.C.) è ipotizzabile una maggiore colonizzazione di carattere pastorale. Sorgono infatti in questo periodo nuovi insediamenti stabili organizzati come sul Doss dei Pigui a Mazzin. L’uomo che abita la valle di Fassa, si dedica così all’agricoltura e alla pastorizia. Ed è proprio in questo periodo che nasce la pastorizia transumante. La scoperta de primi reperti antichi fatta sul Doss dei Pigui, è merito di padre Frumenzio Ghetta e risale agli anni sessanta.

Pochissimi sono invece i reperti risalenti all’età dei Reti (900-500 a.C.) Però la cultura abbastanza unitaria, riconoscibile dalla lavorazione della ceramica, ci permette di dire che tra le valli vicine esistevano dei rapporti di scambio.

 

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